Storie
Ucciso dal Covid l’avv. Bandieramonte, belpassese ma legatissimo a Biancavilla
Una persona stimata, la famiglia era originaria del nostro paese, dove aveva parenti, amici e colleghi
È morto all’età di 62 anni, a causa dell’infezione di coronavirus, l’avv. Gaetano Bandieramonte, persona e professionista apprezzato. Residente da tempo a Belpasso, la sua famiglia era originaria di Biancavilla.
Anche nel nostro paese, tra parenti e colleghi, è stata nutrita la speranza che l’avv. Bandieramonte potesse guarire. Un appello era stato lanciato per la donazione di plasma iperimmune di pazienti già guariti dal Covid. Ma non è bastato.
La notizia del suo decesso, mentre era ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale “San Marco”, ha suscitato dispiacere.
Il padre, il prof. Luigi Bandieramonte, viene ancora ricordato per essere stato insegnante di francese nella scuola media “Luigi Sturzo”. A Biancavilla c’è chi ricorda la famiglia Bandieramonte, che abitava nel quartiere dell’Annunziata. E soprattutto i momenti di svago passati in estate alle Vigne, in zona Vallone rosso, vicino il Piccolo seminario.
Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catania ha diffuso un messaggio di cordoglio: «Con infinita tristezza ricordiamo il caro Gaetano, un professionista serio e competente, e la sua bontà ed umanità. Un amico di tutti. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e dei figli Simone, nostro collega, ed Erica, giovane praticante avvocato».
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Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»
A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»
Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.
Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».
Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.
«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».
«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».
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