Storie
Coiffeur internazionale e “devoto” del jazz: addio al biancavillese Enzo Lavenia
Il commosso saluto del pianista e trombettista Dino Rubino: «Buon viaggio Figaro, mi mancherai»
Aveva un talento che gli ha fatto varcare i confini della provincia. Enzo Lavenia, biancavillese estroverso ed aperto al mondo, è stato un abilissimo coiffeur al punto da vantare esperienze di respiro internazionale. Da giovane aveva lavorato a Parigi, Monte Carlo, Bruxelles, Milano, Torino e, più recentemente, in provincia di Pavia, dove viveva con la moglie e l’anziana madre.
Da alcuni anni combatteva con una malattia. Si è spento all’età di 72 anni. I funerali si svolgeranno venerdì a Parona, nel Pavese. La notizia è rimbalzata a Biancavilla, tra parenti e vecchi amici, che lo piangono con grande affetto, ricordando le sue qualità umane e professionali.
Negli anni ’70 le riviste del settore avevano celebrato le sue acconciature. A Monaco, Enzo aveva partecipato al “dietro le quinte” del tradizionale ballo per la Croce Rossa, uno degli eventi mondani più prestigiosi al mondo. Era lì per preparare le acconciature di vip e mogli di miliardari. Lui, specialista di chignon, nonostante la tensione palpabile della serata descritta dalle cronache dell’epoca, era riuscito «a fare miracoli» anche sulle dame dai capelli sottili e ostinati, trasformandoli in “acconciature principesche”.
Ma Enzo, persona di grande vitalità, mostrata spesso con le sue camice sgargianti e fantasiose, aveva anche una passione viscerale per la musica e il jazz. A Biancavilla, lo sanno bene gli animatori dell’ “Etna Jazz club” e della cerchia di appassionati che hanno divorato mille serate al ritmo della buona musica. Lui stesso, Enzo Lavenia, si era esibito in qualche occasione alla batteria.
Tra i vari messaggi di cordoglio e di saluto, non a caso, spicca quello di Dino Rubino, noto pianista e trombettista di Biancavilla. Un ricordo commosso di Enzo pubblicato sui social.
«Te ne sei andato lo stesso giorno di Michel Petrucciani, tu che amavi follemente la musica e il jazz. Tu che hai tagliato i capelli a mezzo mondo, compresa la principessa di Monaco. Mi hai visto nascere e crescere, abbiamo condiviso tanti concerti, chilometri, viaggi e serate di ogni tipo. Sei stato un amico, una persona generosa. L’ultima volta che ci siamo incontrati è stato l’anno scorso, quando suonavo con Paolo Fresu e Marco Bardoscia al Monk Jazz Club. Prima del concerto, come sempre, tu passasti nel camerino con due “guanteri”, uno di crispelle ed uno di cipolline. Con tutto quel cibo ci avrebbe mangiato una squadra di calcio. E prima di uscire, quando Paolo ti fece i complimenti per la camicia, tu rimanesti in canottiera perché volevi a tutti i costi regalargliela. Buon viaggio Figaro, mi mancherai».
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Storie
Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»
A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»
Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.
Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».
Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.
«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».
«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».
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